I 154 sonetti di Shakespeare pubblicati nel 1609, una delle più intense raccolte della lirica del Rinascimento inglese, cantano due sofferti amori, quello per l’amico, il bel giovane, e quello per una donna i cui occhi ‘’portano il nero’’ e, nell’intrecciarsi delle relazioni, tanto tormento. La storia d’amore che la poesia eterna, si nutre però anche della consapevolezza della caducità umana e del potere distruttivo del tempo. venerdì 8 novembre ore 21.00 Introduce Maria Rita Polato presso la libreria laformadelibro via XX Settembre 63 PD |
La traduzione Il senso di una lirica non sta soltanto nel lessico prescelto: una traduzione che si limitasse al solo significato denotativo comporterebbe la sottrazione di una parte importante del messaggio. Salvare il ritmo, la musicalità, gli elementi connotativi del verso oltre che la lettera del testo, è stato l’obiettivo che il traduttore si è posto. D’altro canto, lo scrupolo di fedeltà, oltre che nel lessico e nel ritmo, appare evidente anche nella sintassi, nell’attenzione alla corrispondenza dei versi. Carlo Maria Monti di Adria è stato fino al 2001 professore associato di Teoria dei Segnali nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova. Ha tenuto corsi di Teoria della Probabilità e di Teoria dei Codici per la laurea in Ingegneria Elettronica. Negli ultimi anni, per diletto personale, si è dedicato alla traduzione di testi dall’egizio antico e dei sonetti shakespeariani. |