Recensione dell'incontro del 12 ottobre tenutosi all'interno della Fiera delle Parole
di Alessandra Farinella
di Alessandra Farinella
I mestieri del libro: conversazioni sull'editoria, lettori e critici ai tempi di wordpress
Il terzo e ultimo incontro del ciclo sui mestieri dell’editoria, presentato dalla Fiera delle Parole in collaborazione con Progetto Giovani Padova, si è svolto sabato 12 ottobre presso il Centro Culturale Altinate/San Gaetano.
Antonio Lauriola ha moderato l’incontro tra Alberto Bullado (blogger e responsabile web di ConAltriMezzi), Anna Mioni (traduttrice e agente letterario), Pietro Pollichieni (fondatore del sito di scrittura collaborativa 20lines) e Mattia Signorini (scrittore e talent scout). Rispondendo a una domanda introduttiva del moderatore, tutti gli ospiti si trovano d’accordo nel definire il web, nelle sue varie declinazioni, come strumento di diffusione e di dibattito imprescindibile al giorno d’oggi per chiunque si occupi di letteratura e di cultura in generale. Anna Mioni denuncia il fatto che la maggior parte degli agenti letterari italiani impostino il proprio lavoro secondo schemi ormai superati, mentre il web e i social network permettono una diffusione di contenuti più rapida e dinamica, un dibattito culturale più vivo, e soprattutto permettono di raggiungere con maggior efficacia le generazioni più giovani.
Antonio Lauriola ha moderato l’incontro tra Alberto Bullado (blogger e responsabile web di ConAltriMezzi), Anna Mioni (traduttrice e agente letterario), Pietro Pollichieni (fondatore del sito di scrittura collaborativa 20lines) e Mattia Signorini (scrittore e talent scout). Rispondendo a una domanda introduttiva del moderatore, tutti gli ospiti si trovano d’accordo nel definire il web, nelle sue varie declinazioni, come strumento di diffusione e di dibattito imprescindibile al giorno d’oggi per chiunque si occupi di letteratura e di cultura in generale. Anna Mioni denuncia il fatto che la maggior parte degli agenti letterari italiani impostino il proprio lavoro secondo schemi ormai superati, mentre il web e i social network permettono una diffusione di contenuti più rapida e dinamica, un dibattito culturale più vivo, e soprattutto permettono di raggiungere con maggior efficacia le generazioni più giovani.
L’esigenza di fondare una rivista letteraria come ConAltriMezzi, sottolinea Alberto Bullado, nasce dalle mancanze dei corsi universitari di ambito umanistico, che non forniscono agli studenti tutti gli strumenti teorici e critici per confrontarsi con la letteratura contemporanea. Oggi ci troviamo di fronte a una generazione che sta crescendo su Internet, e che è abituata a produrre e fruire prevalentemente dei contenuti del web: ecco perché la cultura oggi deve necessariamente essere presente nel web. Infatti, concorda Anna Mioni, l’Università tralasciava completamente la letteratura italiana contemporanea fino al momento in cui il web, grazie alle critiche e alle recensioni online, non ha permesso di riscoprirla. Il web permette di essere molto più liberi e spontanei nei propri commenti riguardo alle opere letterarie rispetto alla carta stampata, e permette anche una maggior diffusione di opere inedite. Naturalmente, poiché chiunque può pubblicare un’opera o un commento sul web, non c’è nessuna garanzia del fatto che quello che si sta leggendo sia effettivamente valido; sarebbe necessaria un’autorità per filtrare i contenuti. Mattia Signorini conferma poi il fatto che il web, attraverso commenti e recensioni, possa effettivamente decretare il successo o l’insuccesso commerciale di un’opera letteraria. Alberto Bullado a questo aggiunge il fatto che in Italia i blog letterari, oltre ad essere importanti per il dibattito a proposito di opere di grande diffusione, permettano anche di preservare la bibliodiversità, suggerendo e riscoprendo opere e autori che altrimenti, a causa delle dinamiche economiche del mercato, verrebbero ignorati o dimenticati. Secondo Anna Mioni, il web è un ottimo strumento, nonché l’unico, per contrastare il monopolio culturale dei grandi gruppi editoriali e le dinamiche economiche ad esso sottese.
Pietro Pollichieni conferma, tramite l’esperienza di 20lines, che il web può offrire strumenti veramente democratici di selezione dei contenuti culturalmente validi e d’impatto positivo sul lettore. In 20lines, infatti, prendono forma racconti scritti a più mani dagli utenti, che a loro volta possono anche commentare i racconti: sono dunque gli stessi lettori a selezionare i racconti che più hanno apprezzato, incoraggiandone la diffusione presso gli altri utenti. Questa formula ha avuto un tale successo, aggiunge Pietro, che alcuni editori hanno puntato gli occhi su di noi, sperando di poter recuperare tramite 20lines quel rapporto con il pubblico che a loro ormai manca. A questo punto il moderatore, Antonio Lauriola, interviene sollecitando interventi da parte degli ospiti riguardo al problema dell’autorevolezza del web, in quanto è difficile capire se l’autore di un determinato contenuto sia una persona di spessore culturale o meno ed è ostico orientarsi tra la proliferazione di commenti ed opere offerti; domanda inoltre se non ci sia il rischio che i grandi editori intervengano sul web, così come hanno fatto sulla carta stampata, per cercare di sfruttare la sua capillare diffusione a proprio vantaggio.
Mattia Signorini sostiene che non sia necessario selezionare i contenuti più o meno autorevoli del web, ma che sia invece consigliabile visionare il maggior numero possibile di contenuti e cercare di ricavare poi dalla lettura una visione d’insieme sull’opera o sul tema in questione.
Al contrario, Pietro Pollichieni ritiene che sia difficile accettare un consiglio di cui non si conosce bene la provenienza; per questo motivo preferisce rivolgersi direttamente a fonti già conosciute e da lui ritenute autorevoli.
Alberto Bullado sostiene invece l’attendibilità del web, poiché Internet è uno strumento democratico, è sempre possibile sul web controbattere o confutare un commento o un’opinione ritenuti inattendibili o non pertinenti; cosa che invece non avviene per la carta stampata, che d’altro canto ha da tempo perduto la sua credibilità critica accettando di obbedire a logiche economiche e di potere piuttosto che al’integrità culturale, ed il pubblico è consapevole di questo. Il canale web più importante da questo punto di vista è quello dei social network, perché è il più rapido e dinamico, e permette di condividere in qualsiasi momento contenuti di ogni tipo e di raggiungere anche chi in quel momento non è alla ricerca di contenuti di quel tipo.
Anna Mioni, ponendosi sulla stessa linea di Alberto Bullado, dichiara l’impossibilità per la grande editoria di influenzare il web, anche perché il settore dell’editoria italiano non è abbastanza aggiornato dal punto di vista della tecnologia multimediale per poterlo fare.
L’ultimo intervento viene affidato a Giulia Belloni, scrittrice ed editor, che è presente tra il pubblico.
In linea con le ultime affermazioni di Alberto Bullado e Anna Mioni, Giulia Belloni sostiene che, al giorno d’oggi, non è più possibile per il lettore affidarsi alla critica tradizionale della carta stampata, che è sempre più condizionata da fattori extraculturali, e dunque non può che affidarsi alla critica online, la cui integrità è garantita dal meccanismo del controllo dal basso su cui si basa il web stesso.
Nel mondo editoriale italiano di oggi, sostiene provocatoriamente Giulia Belloni, in cui il marketing e la pubblicità contano più dell’opera letteraria in sé ed i critici letterari offrono per lo più prestazioni a pagamento, l’unico personaggio di qualità è il lettore.
Pietro Pollichieni conferma, tramite l’esperienza di 20lines, che il web può offrire strumenti veramente democratici di selezione dei contenuti culturalmente validi e d’impatto positivo sul lettore. In 20lines, infatti, prendono forma racconti scritti a più mani dagli utenti, che a loro volta possono anche commentare i racconti: sono dunque gli stessi lettori a selezionare i racconti che più hanno apprezzato, incoraggiandone la diffusione presso gli altri utenti. Questa formula ha avuto un tale successo, aggiunge Pietro, che alcuni editori hanno puntato gli occhi su di noi, sperando di poter recuperare tramite 20lines quel rapporto con il pubblico che a loro ormai manca. A questo punto il moderatore, Antonio Lauriola, interviene sollecitando interventi da parte degli ospiti riguardo al problema dell’autorevolezza del web, in quanto è difficile capire se l’autore di un determinato contenuto sia una persona di spessore culturale o meno ed è ostico orientarsi tra la proliferazione di commenti ed opere offerti; domanda inoltre se non ci sia il rischio che i grandi editori intervengano sul web, così come hanno fatto sulla carta stampata, per cercare di sfruttare la sua capillare diffusione a proprio vantaggio.
Mattia Signorini sostiene che non sia necessario selezionare i contenuti più o meno autorevoli del web, ma che sia invece consigliabile visionare il maggior numero possibile di contenuti e cercare di ricavare poi dalla lettura una visione d’insieme sull’opera o sul tema in questione.
Al contrario, Pietro Pollichieni ritiene che sia difficile accettare un consiglio di cui non si conosce bene la provenienza; per questo motivo preferisce rivolgersi direttamente a fonti già conosciute e da lui ritenute autorevoli.
Alberto Bullado sostiene invece l’attendibilità del web, poiché Internet è uno strumento democratico, è sempre possibile sul web controbattere o confutare un commento o un’opinione ritenuti inattendibili o non pertinenti; cosa che invece non avviene per la carta stampata, che d’altro canto ha da tempo perduto la sua credibilità critica accettando di obbedire a logiche economiche e di potere piuttosto che al’integrità culturale, ed il pubblico è consapevole di questo. Il canale web più importante da questo punto di vista è quello dei social network, perché è il più rapido e dinamico, e permette di condividere in qualsiasi momento contenuti di ogni tipo e di raggiungere anche chi in quel momento non è alla ricerca di contenuti di quel tipo.
Anna Mioni, ponendosi sulla stessa linea di Alberto Bullado, dichiara l’impossibilità per la grande editoria di influenzare il web, anche perché il settore dell’editoria italiano non è abbastanza aggiornato dal punto di vista della tecnologia multimediale per poterlo fare.
L’ultimo intervento viene affidato a Giulia Belloni, scrittrice ed editor, che è presente tra il pubblico.
In linea con le ultime affermazioni di Alberto Bullado e Anna Mioni, Giulia Belloni sostiene che, al giorno d’oggi, non è più possibile per il lettore affidarsi alla critica tradizionale della carta stampata, che è sempre più condizionata da fattori extraculturali, e dunque non può che affidarsi alla critica online, la cui integrità è garantita dal meccanismo del controllo dal basso su cui si basa il web stesso.
Nel mondo editoriale italiano di oggi, sostiene provocatoriamente Giulia Belloni, in cui il marketing e la pubblicità contano più dell’opera letteraria in sé ed i critici letterari offrono per lo più prestazioni a pagamento, l’unico personaggio di qualità è il lettore.